L’infertilità colpisce circa una coppia su sette in tutto il mondo, ma con prevalenza diversa nei vari paesi.
L’infertilità è considerata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) una vera e propria patologia e questo fenomeno ritrae un importante problema nazionale in materia di riproduzione e salute. Le cause dell’infertilità, sia femminile che maschile, sono numerose e di diversa natura.
La letteratura medica sottolinea il ruolo significativo di fattori sociali come lo stile di vita, la ricerca del primo figlio in età tardiva, le condizioni lavorative, l’inquinamento e l’uso e abuso di droghe, alcool e fumo. Una causa maschile è riscontrabile in circa il 35% dei casi, mentre in un altro 20% è presente sia un fattore maschile che femminile.
È indispensabile che nell’ambito dello studio della coppia infertile, l’uomo venga regolarmente sottoposto ad uno screening accurato di tipo anamnestico, obiettivo ed andrologico.
L’indagine sull’infertilità maschile richiede infatti un dettagliato esame clinico con valutazione di fattori endocrinologici ed immunologici, così come un’analisi anatomico-funzionale e la determinazione di fattori genetici causativi di una ridotta fertilità. Effettuare una diagnosi precoce e tempestiva è di fondamentale importanza per l’identificazione della causa di sterilità, l'eventuale rimozione delle patologie andrologiche e sistemiche, o in alternativa, l’individuazione delle condizioni risolvibili mediante tecniche di riproduzione assistita.
Lo Spermiogramma, è il test di laboratorio più ampiamente utilizzato per la diagnosi dell’infertilità nel maschio. L’analisi del liquido seminale deve avvenire entro un’ora dalla raccolta. Il campione viene sottoposto ad una valutazione “macroscopica” per la determinazione di caratteristiche fisico-chimiche: aspetto, volume, pH e viscosità e ad una “microscopica”, per parametri che stimano la qualità spermatozoaria: concentrazione, motilità e morfologia.
Sulla base dei risultati di queste prime prove, possono essere effettuate ulteriori indagini quali, la spermiocoltura, per la valutazione della possibile presenza di batteri o di altri microrganismi patogeni nel liquido seminale anche mediante tecniche di PCR, la ricerca del Papilloma virus, l’esame biochimico del plasma seminale per la valutazione delle secrezioni delle ghiandole accessorie, la ricerca di anticorpi antispermatozoi, e le analisi genetiche per le microdelezioni del cromosoma Y, e per le mutazioni del gene responsabile della fibrosi cistica, il test di frammentazione del DNA spermatozoario e la F.I.S.H. (Ibridazione in Situ a Fluorescenza).
Dott. Marco Barone
Associazione "Farma e Benessere"